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Intervista su Madre Teresa

INTERVISTA a Mons. angelo Massafra, OFM
Per il Centenario della nascita di Madre Teresa


1.    Ha conosciuto personalmente Madre Teresa? Se è si, che ricordo ha di lei?
    Purtroppo non ho avuto la grazia di conoscere personalmente Madre Teresa. Però l’ho vista nel lontano 1982, quando nel Centenario della nascita di San Francesco D’Assisi, Noi Francescani Pugliesi facemmo nello stadio di Bari una bella celebrazione, alla quale era invitata appunto Madre Teresa.

2.    Lei è francescano: quali analogie coglie tra la spiritualità e il carisma del Santo di Assisi e la spiritualità della Missionarie della Carità fondate dalla Beata?
L’essere francescano e cercare di vivere questo carisma mi sprona in ogni istante a cercare legami di continuità fra il messaggio evangelico, la regola che ho professato e l’esperienza delle persone che mi vivono accanto. La vita di San Francesco mi ha sempre affascinato poiché in lui ammiro quello che anche io vorrei essere. Ammiro la gioia, la semplicità, l’armonia, la serenità, la concretezza. La spiritualità francescana affonda le sue radici su una esperienza particolare in Francesco, esperienza che vedo profondamente unita alla spiritualità di Madre Teresa. Ecco alcune analogie tra S. Francesco e la Beata Madre Teresa di Calcutta:

•    Premetto dicendo che le analogie che ci sono tra S. Francesco e Madre Teresa si possono dire anche dire degli altri santi.
•    Sia per S. Francesco che per Madre Teresa ad un certo punto della loro vita (S. Francesco giovane, un giovane spensierato, allegro, generoso, M. Teresa, una religiosa ormai matura, insegnante impegnata nella Congregazione delle suore di Loreto in India), Dio irrompe in maniera fortissima e travolgente nella loro vita e li conduce a cambiare rotta e ad essere da quel momento in poi solo ed esclusivamente di Dio e per Dio.
•    Il punto di partenza per S. Francesco sarà il bacio dato al lebbroso, un gesto ripugnante fino ad allora, che si trasforma in dolcezza; per Madre Teresa sarà vedere ciò che aveva sempre visto prima, cioè, i poveri di Calcutta, con uno sguardo nuovo, profondo.
•    Entrambi sconvolti da queste realtà di degrado umano, ma pieni e spinti da un grande fuoco interiore, un amore appassionato per la persona di Gesù Cristo e illuminati dallo Spirito Santo escono dal loro piccolo mondo, e ciò che loro fanno, ciò che toccano, ciò che dicono, lascia un segno, il segno della santità, dell’amore.
•    S. Francesco sarà l’uomo del Vangelo, che lo vive “sine glossa” e lo annuncia con passione, divenendo missionario anche agli “infedeli”;
•    Madre Teresa, è l’angelo della contemplazione e della carità, che si china con amore materno sui poveri e gli ultimi della società, realizzando così in maniera eroica le parole di Gesù: “Tutto ciò che avrete fatto anche al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me”

3.    Che segno ha lasciato la Beata in terra albanese, tra cattolici, ortodossi e musulmani? Come la ricorda la gente?
Madre Teresa nel cuore di tutti ha lasciato il desiderio di confrontarsi e di non temere le diversità poiché attraverso queste si giunge alla comprensione piena che la pace, la famiglia, la donazione completa al Signore possono e devono essere perseguite ciascuno nel suo posto. Il suo esempio ha lasciato al popolo albanese la fierezza di non vergognarsi di appartenere ad un popolo che ha sofferto, ma  di imparare dalle sofferenze a vivere e vivere in pienezza e libertà di mente e di cuore.

4.    Quante comunità di Missionarie della Carità ci sono in Albania e dove? Quale l’ambito missionario delle suore?

La presenza delle suore di Madre Teresa in Albania è stata voluta fortemente dalla stessa Madre Teresa.  Nel cimitero di Tirana sono sepolti la mamma e la sorella, che ha visitato nella sua prima venuta in Albania. Le comunità delle Suore sono sei, distribuite dal Nord al Centro Albania e precisamente a Tirana, Elbasan, Puka e Scutari. Le Suore di Madre Teresa sono impegnate nella preghiera, nella contemplazione, nella catechesi, nelle visite alle famiglie, nel servizio ai più abbandonati, con case per disabili di ogni genere, per anziani ed anziane, per bambini abbandonati…


5.    Come verrà commemorato in Albania il centenario della nascita di Madre Teresa in ambito civile e in ambito religioso?

        La Conferenza Episcopale Albanese per il centenario della nascita di Madre Teresa, avvenuta a Skopje il 26 agosto 1910 h aprogrammato le seguent iniziative:
a-    Dal 3-11 febbraio 2010 si è celebrato una Novena in preparazione alla Festa della Madonna di Lourdes, pregando e parlando di Madre Teresa
b-    Il 15 maggio 2010 si è tenuto a Tirana un Simposio presso l’aula Magna dell’Università dei Padri Concezionisti (IDI).
c-    Il 26 agosto ci sarà un asolenne celebrazione nella Cattedrale di Laç-Vau dejes, dedicata alla Beata Madre Teresa
d-    Il 5 settembre, festa liturgica della Beata, ci sarà una solenne concelebrazione nella costruenda Cattedrale in Pristina (Kossovo).
e-    Fra giorni sarà pronta una bella mostra fotografica, che farà il giro delle cattedrale delle diocesi di Albania.

    Il Ministero della Cultura il 4 giugno scorso, ha celebrato a Tirana un Seminario sulla vita, figura ed importanza di Madre Teresa per il popolo albanese.


6.    Si percepisce una sorta di “rivalità” tra l’Albania, Macedonia e Kosovo sulle origini di Madre Teresa?

    “Rivalità” sulle origini di Madre Teresa non ce ne sono. è bene chiarire in primo luogo che lei non è slava ma albanese e in secondo luogo, che quando è nata Madre Teresa nel 1910, Shkupi apparteneva all’Albania. E’ ovvio che gli albanesi ci tengono che sia riconosciuta l’origine albanese di M. Teresa. Gli albanesi sono orgogliosi di avere una compatriota come lei. A lei sono dedicati monumenti, strade, centri, un ospedale e l’unico aereoporto dell’Albania, Tirana.


7.    Quanti cattolici in Albania oggi? Si avverte nel Paese una sete religiosa e una crescita del cattolicesimo, così come succede tra gli albanesi emigrati in Italia?

          La riflessione sul cattolicesimo di certo non può essere relegata a poche frasi. Da tempo non si fa il censimento. Le statistiche non sono esatte. Alcune Entità straniere hanno elaborato alcuni dati, sui quali mi baso anche io, per cui posso dire che al presente i cattolici sono tra il 10 e 15%  della popolazione. Con la libertà riacquistata e l’impegno dei Sacerdoti e Religiosi locali e dei Missionari /ie con il passare del tempo i cattolici hanno assaporato la bellezza dell’esprimere anche pubblicamente la fede e quindi in maniera sempre più coscienziosa si attaccano a Cristo e al suo messaggio di salvezza. Le origini del cristianesimo in Albania sono molto antiche. Il primo evangelizzatore fu san Paolo ed il primo Messale in lingua albanese risale al 1555. Certo occorre del tempo per riportare i cattolici ad essere punto di riferimento della cultura come nel passato. A noi sta il compito di formare e di far conoscere i valori cristiani, la dottrina sociale della chiesa. Ci rendiamo sempre più conto di una profonda necessità di una maggiore impegno nei “media” sui temi religiosi. L’esperienza di sofferenza del periodo comunista, che ha provocato un forte vuoto nelle coscienze, deve essere pian piano superata, nel senso che ora gli albanesi si stanno accorgendo di questo vuoto, e desiderano colmarlo ma non in modo superficiale, ma rinsaldando le proprie radici nell’esperienza cristiana, nell’esperienza del Vangelo ora non solo tramandato ma vissuto e compreso con la propria esperienza.
    Posso dire che si avverte senz’altro questa sete di Dio, questa ricerca dell’Assoluto. Certo le forze del materialismo,  del benessere, del consumismo, della moda, dei mass media, del facile guadagno sono velocemente entrati in Albania e la loro attrazione ha un grande ascendente soprattutto nelle fasce dei più giovani, ma in Albania sussistono ancora grandi valori, tra i quali quello della famiglia, dell’accoglienza, della solidarietà. C’è anche la grande forza della religiosità popolare che esprime una fede semplice ma sicuramente forte come le montagne e molto genuina. Le Chiese, soprattutto la domenica, i giorni di festa ed i martedì di S. Antonio  sono sempre strapiene. La gente crede veramente e prega sul serio.  


8.    Se dovesse sintetizzare la sua esperienza pastorale di questi 13 anni di episcopato, quali  punti salienti indicherebbe? Quali tappe, esperienze, momenti più significativi?

Esprimere con le parole ciò che si è vissuto non è sempre semplice soprattutto perché solo se si conosce in profondità ciò di cui si parla si può comprendere in pienezza ciò che solo il cuore riesce a vivere. Certo è che la comunità cattolica è estremamente vitale. Impegnata, desiderosa di vivere il cattolicesimo. Le suore, i sacerdoti non sono solo annunciatori e testimoni del Vangelo, ma anche un fondamentale punto di riferimento sociale per la gente. Anche i laici, piano piano, stanno prendendo coscienza del loro ruolo nella Chiesa.
    Per comprendere la vita mia e degli altri vescovi e sacerdoti e missionari/ie, vorrei ricordare i seguenti tre fatti:

•    Gli inizi della mia missione in Albania (a partire dal 1993),
E’ stato un inizio di tutte le cose. Qui era tutto inesistente. Non c’erano strutture, non c’erano libri, non c’era nemmeno la Bibbia in albanese. C’era una grande povertà diffusa. Quindi ricevere una responsabilità e nel mio caso l’ordinazione episcopale ha significato rimboccarmi le maniche per costruire giorno dopo giorno con fatica, sacrifici, ma con tanta gioia nel cuore la nostra Chiesa. Oggi guardando indietro rimango quasi sbalordito di ciò che è stato realizzato e ringrazio il Signore che mi ha sempre guidato e sostenuto.

•    La crisi dello Stato Albanese del 1997. Un altro momento forte è stata la crisi dello Stato Albanese del 1997, causato dalla crisi delle Banche cosidette “Piramidali”. Lo Stato è svanito!  Il 1997 é stato veramente un anno di grande terrore e di anarchia, per fortuna finito presto. Si sono aperte le carceri per cui tanti delinquenti e bande giravano ovunque seminando terrore  e distruzione.  Le caserme erano state assaltate per cui tutti andavano a prendere armi e in poco tempo tutti erano armati. E’ stato  l’anno della mia Ordinazione Episcopale (6 gennaio 1997)…con il grande compito di pacificare gli animi ed aiutare la gente a ragionare.

•    Guerra del Kossovo 1999.  Anche questo è stato un momento forte per l’Albania e quindi per la Chiesa. Come chiesa abbiamo lavorato veramente tantissimo accogliendo i profughi che arrivavano a dismisura dal Kossovo, a piedi, stanchi, affamati. Insieme alla fatica, è stata anche una grande gioia lavorare tutti insieme. Si è messa in moto la grande macchina delle Caritas locali, nazionale e quelle degli altri paesi che hanno aiutato generosamente con gli aiuti umanitari. C’è stata un’organizzazione e collaborazione straordinarie da parte di tutti: sacerdoti, religiosi, religiose, laici. Tante famiglie albanesi hanno aperto le loro case per ospitare i fratelli albanesi kossovari. E’ stata una bella dimostrazione di solidarietà.

    A parte questi periodi che abbiamo superato, grazie a Dio, al nostro spirito di sacrificio e di unità, alla solidarietà interna ed internazionale, in questi anni la vita pastorale non è stata mai interrotta: siamo stati sempre vicino alla gente. Nelle due Visite Pastorali che ho svolto nella mia Arcidiocesi, a contatto diretto con il mio popolo, nei miei frequenti incontri con i sacerdoti, con i religiosi e religiose, ho sempre toccato con mano i miracoli che Dio compie nella vita degli uomini e donne di buona volontà che sanno ascoltare ed essere portatori di un messaggio di speranza anche fra tante sofferenza, nella consapevolezza che c’è ancora molto da fare e che il mondo ha bisogno di testimoni e di testimoni d’amore.
    Termino ricordando che un momento molto forte e significativo per me e per tutti i cattolici è l’inizio del processo canonico per la canonizzazzione dei 40 Servi di Dio, dei quali 38 ucciso dal regime comunista del dittatore Enver Hoxha. Era il 10 novembre 2002. Stiamo lavorando assiduamente per concludere entro l’anno il processo diocesano. Sulla pagina Web dell’Arcidiocesi si possono trovare le foto ed i profili essenziali dei nostri “Martiri”, nella voce “zyra e martireve” www.kishakatolikeshkoder.com